
MUSA – MUSICA SAPIENZA INSIEME A TUTTI I MUSICISTI D’ITALIA CELEBRA LA FESTA DELLA MUSICA
Salutare il solstizio d’estate attraverso l’allegria della musica. Così nasceva, nel 1982, la Festa della Musica, per celebrare l’arrivo della bella stagione facendo risuonare la musica in ogni angolo delle strade di città.
Questo è un anno unico nel suo genere, il distanziamento e l’impossibilità di assembrarci in spazi fisici per godere insieme del clima della Festa ci ha trasferiti sui balconi e sulle piattaforme virtuali. Ma non per questo ci tiriamo indietro. Bisogna gioire del tempo, della vita e del futuro che ci aspetta, anche senza poter essere tutti insieme nello stesso luogo perché, come scrive il maestro Ezio Bosso, cui è dedicata l’edizione della Festa della Musica di Roma del 2020, “la musica mi ha dato il dono dell’ubiquità”. I MuSacisti di MuSa – Musica Sapienza, nonostante la distanza hanno deciso di essere ancora una volta tutti insieme, e raggiungere le case di tutti noi attraverso la rete, per poter portare la loro musica ovunque.
- Per chi volesse alimentare la propria curiosità sui brani eseguiti, leggi qui
MuSa Jazz - Love for sale
La scelta di suonare “Love for sale”, le parole del maestro Silverio Cortesi, Direttore musicale dell’Orchestra MuSa Jazz: “In un primo momento (dopo la conclusione della registrazione in remoto di “Cielo in una stanza”) avevo pensato di proporre un brano nuovo mai suonato dall’orchestra: “The shaker Song”. Arrangiamento medio-facile che può rappresentare un buon obiettivo di lavoro in remoto con poche indicazioni di concertazione. Durante la riunione su zoom di martedì 5 maggio un MuSacista propose invece un altro brano cantato, per il quale è stata scelta la voce di Paola Rosa. È sembrata una buona scelta per tutti i presenti e abbiamo così cambiato programma sostituendo “The shaker song” con “Love for sale”. QUALCHE INFORMAZIONE TECNICA: il “lavoro” si è sviluppato sulle linee già sperimentate in precedenza: - allestimento dell’arrangiamento (partitura e parti) adatto alle modalità telematiche- allestimento delle audiobasi-guida per lo studio singolo e come base-metronomica per la successiva registrazione - raccolta delle registrazioni- vaglio e indicazione da parte del maestro ai MuSacisti per perfezionare la loro esecuzioni- montaggio e ricomposizione del grande organico in modalità dematerializzata usando programma di montaggio professionale- editing (correzione delle imperfezioni più evidenti e quindi meno accettabili) dei file per quello che riguarda intonazione e timing- missaggio e ingegneria finale per la produzione di un file stereofonico normalizzato- pronto ascolto per tutti (ascolto critico)- ritorno di indicazioni su difetti sfuggiti- perfezionamento -consegna.
EtnoMuSa - Il canto dei Sanfedisti
Come testimoniato anche da Benedetto Croce, il Canto dei Sanfedisti, è la risposta reazionaria e popolare all'infelice Repubblica Napoletana, composto nel 1799 su testo anonimo e su musica di quella antica e tipica della tarantella campana che è la Tammurriata. Il canto, in stretto napoletano, fa riferimento ironico alla Carmagnola (canto giacobino talmente famoso che fu poi ritrascritto con versi antirivoluzionari), ai valori illuministi e rivoluzionari, ai protagonisti (come Eleonora de Fonseca Pimentel, poi giustiziata), inneggiando ai Borboni e alla Chiesa. Erano infatti chiamati Sanfedisti i seguaci della fede del Cardinale Ruffo, attivo e vincente nella lotta controrivoluzionaria. La rivolta di popolo fu la risposta alla rivoluzione partenopea finita tragicamente, non compresa e mai raggiunta soprattutto perché fu essenzialmente una rivolta culturale e moderna, portata avanti da un gruppo di aristocratici e borghesi colti e illuminati ma visti dalla popolazione con diffidenza e disprezzo come una élite separata e per lo più sostenuta dai francesi. Il brano è stato scelto per la sua straordinaria modernità ed ironia e perché è uno dei testi più pittoreschi e autentici della recente letteratura orale della nostra Storia. Come tutti i canti tradizionali anonimi è stato riarrangiato collettivamente dal gruppo. Si è scelto di attualizzare il brano con un breve inciso rap in rima, in linea con la tematica e il dialetto, che mantiene viva la continuità popolare del brano rivisto, pur sempre con rigore filologico. Nel rispetto delle regole sanitarie in vigore, ciascun musicista ha filmato la sua parte attraverso lo smartphone, con in cuffia una base ritmica di riferimento. Il tutto è stato mixato nel suono da Davide Ambrogio, nostro etnoMuSacista, e poi assemblato nel video da Gabriele Cavallari. Il lavoro di produzione è durato circa tre settimane.

